Due ragazzi passeggiano mano per la mano,si scambiano gesti affettuosi e infine un bacio. Tutto regolare se non fosse che i due vengono avvistati da un gruppo di ragazzotti indispettiti da quella vista. In un attimo comincia un inseguimento. La coppia va punita o comunque spaventata.
Questo non è il prologo di un racconto o l’inizio di un film,ma qualcosa che,ahinoi,chissà quante volte si ripete nelle nostre città,nei nostri paesi. L’impossibilità di vivere un amore liberamente è ancora realtà concreta,palese. Nonostante la nostra immatura convinzione di abitare una società comunemente detta “aperta”,siamo,invece,inabissati nella penosa equazione omosessualità uguale malattia (o qualcosa di simile).
Provate a digitare su Google “picchiato perché gay”: vi farete un’idea delle innumerevoli pagine di cronaca che ogni mese,qua o là,hanno questo titolo. Sassari come Roma. Cagliari come Milano. Italia come tanti altri,troppi stati. Come se la storia non avesse insegnato nulla,come se l’amore avesse bisogno di essere avallato da gradazioni di giustizia. L’amore è imperfetto per innumerevoli motivi,ma non certo per il tuo sesso,per la tua lingua,per il tuo colore o per il tuo credo.
Anche se sembra semplice,però,la strada per capirlo è lunga. Infinitamente lunga. Questo non pare scoraggiare il Mos,Movimento Omosessuale Sardo,l’associazione di politica e cultura gay,lesbica e transgender,che da tempo promuove campagne ed iniziative di sensibilizzazione e informazione contro l’omofobia.
L’ultimo progetto è un’idea del Gruppo Scuola del Movimento Omosessuale sardo. Si tratta di uno spot di poco più di due minuti,realizzato con la partecipazione di Dinamo Basket Banco di Sardegna,H.C. Sassari Key Estate, Jchnusa Pallamano Sassari,Basket S.Orsola,S.E.F. Torres 1903,A.S.D. Torres Calcio Femminile.
Non a caso il titolo è “Fai squadra contro l’omofobia” perché è necessario l’aiuto di tutti,ad ogni livello,per perseguire l’obiettivo,fare fronte comune e,come dicono gli stessi ideatori: “Abbandonare quell’atteggiamento di indifferenza,spesso complice dell’odio e della violenza…combattendo realmente tutte le forme di discriminazione”.
Questa volta a capirne l’importanza e a metterci la faccia sono state le società sportive professioniste del territorio di Sassari,che nel video e nelle foto si rivolgono alle loro tifoserie e a chiunque abbia,ancora,necessità di capire come l’argomento riguardi tutti e non solo “alcuni”.
Tre diverse chiusure per lo spot: Tony Easley della Dinamo Basket,Giancarlo Lisai della S.E.F. Torres calcio, Carmen Onnis della H.C. Città dei Candelieri.
Così… quei due ragazzi braccati dal gruppo di bulli divengono i protagonisti del video,vivendo momenti di alta tensione,proprio come quando ti trovi su un campo di gioco e ti senti uno contro tutti,finché non ricordi che solo il lavoro di squadra ti aiuterà a… sconfiggere e vincere.
Maria Barca
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